Faccio l'analisi in città perchè è il luogo dove abita la maggior parte di gente, e dove si svolgono tanti viaggi anche da parte di chi non abita in città. Il cuore di una legge sulla mobilità, dovrebbe essere la
determinazione dei costi che ogni veicolo provoca, per metterli in conto all'autista, e non ai passeggeri o alla collettività.
TEMPO FATTO PERDERE AGLI ALTRI:Se una persona entra in città come passeggero o a piedi o in bicicletta, non
provoca agli altri nessun ritardo.
Invece ogni auto che entra in piu’ provoca un piccolo ritardo a tutte le altre.
La somma di
tutti i ritardi diviso per le macchine che viaggiano in città, è pari al ritardo medio di ciascuna auto. Quindi il tempo perso da ogni autista è uguale al ritardo che provoca alla circolazione.
Invece ogni auto che entra in piu’ provoca un piccolo ritardo a tutte le altre.
La somma di
tutti i ritardi diviso per le macchine che viaggiano in città, è pari al ritardo medio di ciascuna auto. Quindi il tempo perso da ogni autista è uguale al ritardo che provoca alla circolazione.
Il passeggero di
un’auto (e tanto piu’ di un mezzo pubblico) ,peró non provoca traffico ma
lo subisce. Mediamente metá delle persone viaggia come passeggero, o di auto o di bus. Anche i pedoni subiscono un ritardo per il traffico, e anche i ciclisti.
Per tenerne conto, il ritardo che ogni autista provoca alla circolazione va moltiplicato per 2,2 (stima a pancia).
Il ritardo provocato alla circolazione va calcolato come differenza tra i tempi di transito in situazione di traffico rispetto ad una situazione in cui non vi è traffico (di notte).
La velocità media delle
auto in città durante il giorno è inferiore ai 20 km/h (vedi link), mentre in assenza
di traffico, durante la notte, si puo’ viaggiare ai 55 km/h , secondo i limiti
di legge. La differenza di tempo impiegato è di 2
minuti a km che va moltiplicato per 2,2 per considerare chi non è autista di auto. Si ricava 4,4 minuti per ogni km percorso dalle auto.