Il costo dell'elettricità a kWh dovrebbe essere di almeno 0.30 euro, non di 0.20 euro come oggi.
Oggi sull'elettricità non si pagano le imposte che ci sono sulle altre fonti di energia.Con i prezzi corretti, una persona farebbe scelte maggiormente etiche, invece non esiste la verità sui prezzi, per cui seguendo la convenienza si fanno scelte sballate dal punto di vista ambientale.
Da una qualsiasi bolletta dell'elettricità
Oggi sull'elettricità non si pagano le imposte che ci sono sulle altre fonti di energia.Con i prezzi corretti, una persona farebbe scelte maggiormente etiche, invece non esiste la verità sui prezzi, per cui seguendo la convenienza si fanno scelte sballate dal punto di vista ambientale.
Da una qualsiasi bolletta dell'elettricità
si possono ricavare le varie componenti di costo che concorrono a formare il pezzo finale.
Partiamo dalla produzione di energia. E' l'unico costo variabile sul libero mercato.
Partiamo dalla produzione di energia. E' l'unico costo variabile sul libero mercato.
Varia da 5 centesimi a 8 centesimi al
kwh, o anche molto meno, come l' energia elettrica da nucleare che arriva di notte dalla Francia.
Tutti gli altri oneri sono per la
commercializzazione, la distribuzione, la perdita in rete, la
fatturazione e l'incasso e infine per le imposte (l'iva ) che fanno
lievitare il prezzo a 20 centesimi al kwh.
La tassa
è un modo per considerare le esternalità negative, cioè
l'inquinamento da anidride carbonica che provoca l'effetto serra.
Invece non è cosi', qui come al solito non si rispetta la verità sui prezzi. L'avrete visto in molti miei interventi (mancata tariffa di ingresso in città, mancanza di tariffa sull' anidride carbonica prodotta, i piccoli
consumatori pagano tariffe salate, ai grandi sono riservate tariffe prossime alla gratuità)
Per di piu' manca la verità sui prezzi
anche nella distribuzione. Non viene premiato nemmeno chi produce e
consuma in loco e che quindi ha necessità minima della rete.Detto in altri termini, l'elettricità che viene da 800 km, dovrebbe costare di piu', meno quella prodotta a 10 km.
Dovrebbe pagare nulla chi non usa la rete, o usa una rete privata.
Dovrebbe pagare nulla chi non usa la rete, o usa una rete privata.
Il singolo consumatore ad esempio
potrebbe avere convenienza a fare la cogenerazione a casa, con degli
apparecchi che si trovano in vendita, ad esempio col Totem. Questo
apparecchio permetterebbe di usare in modo molto piu' efficiente
l'energia contenuta nel metano e riuscirebbe a produrre energia
elettrica con un'efficenza prossima la 100% (contro il 60% normale) e in loco quindi con un
costo molto basso, prossimo ai 10 centesimi al kwh. Andrebbe a
vantaggio dell'ambiente e dell'economia.
Per un condominio potrebbe significare
avere energia elettrica ad un costo di un terzo rispetto al costo vero.
Oggi per incentivare chi coogenera, si è costretto a dare degli incentivi economici, con la necessità di fare leggi, di avere un'apparato burocratico che le controlla e gente furba che ne approfitta, e via dicendo.
Oggi per incentivare chi coogenera, si è costretto a dare degli incentivi economici, con la necessità di fare leggi, di avere un'apparato burocratico che le controlla e gente furba che ne approfitta, e via dicendo.
Significherebbe anche che in inverno ci
sarebbe meno necessità di energia da parte delle centrali.
Idem per l'energia prodotta con
fotovoltaico, che se fosse stata applicata la verità sui prezzi non
avrebbe bisogno di incentivi, leggi, controlli polemiche e via
dicendo.
Sarebbe logico che le tasse sull'energia fosse fatta pagare sempre allo stesso modo, sia ai grossi produttori di energia, sia per i piccoli consumatori. Invece si favoriscono i grandi gruppi
industriali di produzione distribuzione e vendita di elettricità.
Non si muove una paglia che questi
gruppi non vogliano! Qui c'è del marcio tutto italiano.Vediamo a cosa ha portato: ci sono state le grandi industrie che
hanno fatto pressione per avere prezzi senza tasse.
Pensate alle grandi acciaierie del sud
di Taranto e della Sardegna oggi in crisi.
Se avessero prodotto con prezzi che
avessero rispettato la verità dei prezzi, sarebbero fallite trenta anni fa, magari i
territori si sarebbero convertiti per tempo a altre produzioni piu'
redditizie e non ci sarebbe il grosso problema ambientale che c'è
oggi.
Pensate alla generazione di elettricità
da carbone, che non comprende i costi ambientali. Prima o poi queste
scelte sbagliate si pagano.
*
Proviamo a far capire come con una
bolletta in mano e due dati è possibile ricavare che i produttori di
elettricità non pagano le tasse.
Vediamo come viene prodotta l'energia. Questi
dati si ricavano dalle bollette.
Per la maggior parte deriva da fonti
fossili, metano e carbone, circa il 60%
Vediamo cosa succede se il signor Rossi
vuole scaldare casa o utilizzare in qualunque altro modo il metano.
Lo paga circa 80 centesimi a mc.
Se volesse utilizzarlo per produrre
energia elettrica (come fa Enel), dovrebbe comperare un generatore di
ultimo tipo che al massimo ha una resa fino al 60% per cui per ogni
unità di energia immessa ottiene di elettricità solo il 60%.
Tipicamente un metro cubo di metano ha circa un valore energetico di
10 kwh circa.
Se decidesse di venderlo sul mercato,
come fa Enel, bene che vada otterrebbe circa 7 centesimi a kwh,
ovvero 42 centesimi, contro i circa 80 centesimi impiegati per
l'acquisto del solo metano, cioè lavorerebbe in perdita. Come puo'
essere? Appunto l'enel non paga le tasse che noi comuni mortali
paghiamo per l'energia fossile, cioè per il riscaldamento o per
muoverci con l'auto.
Dato che il metano senza le imposte
costa molto poco (un quarto o meno), ecco perchè i produttori di
energia elettrica riescono a fare prezzi dai 5 agli 8 centesimi a
kwh.
I conti sono subito rifatti: all'Enel
il metano costa meno di 20 centesimi, ecco perchè ottenendo 42
centesimi cio' gli permette di campare e lucrare.
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